BRANDICO
Piccolo centro agricolo della Bassa pianura occidentale bresciana non molto lontano dalla strada Brescia-Orzinuovi-Cremona. Si trova a 18 Km. da Brescia, a 99 m. s.l.m., ha una superficie complessiva di 8,4 kmq. Diverse sono le cascine sparse per le campagne ma tre sono i gruppi principali di case disposti a triangolo: Brandico, Ognato e Castelgonelle o Castello. La desinenza in "ico" indica un piccolo gruppo di case o famiglie, d'origine certamente romana costituitasi in vicinia e che prende il nome da capostipite che deve essere stato un certo Brand, nome barbarico, forse celtico. Egli dovette essere proprietario di un grande latifondo sul quale s'è formata la vita economica, sociale e civile del piccolo centro. In effetti a Brandico si rinvennero in alcune tombe, oggetti barbarici. Fu pieve rurale molto più vasta, fino al sec. XIV, dell'attuale territorio Comunale. I suoi confini comprendevano anche il territorio delle attuali parrocchie e comuni di Longhena, Frontignano, Bargnano, Meano e Corzano che nei loro stessi nomi dicono come queste località fossero abitate fino dai tempi romani e convenissero a Brandico come al centro amministrativo, religioso e sociale di questa plaga, che fra quelle finitime di A z z a n o (Pievedizio), Lograto, Trenzano, Corticelle e Dello era certamente una delle più estese ed importanti. Tali parrocchie si separarono soltanto nel sec. XV, quando la vecchia pieve decadde e rimase abbandonata nella solitudine campestre. Una prima bonifica del territorio venne condotta dal priorato cluniacense di Ognato grazie alla donazione di appezzamenti di terreno da parte del canonico Ottone Sala al monastero di Ponti da nel 1087. Tale priorato esisteva ancora nel 1367. Intanto si era andata disgregando la pieve tanto che Corzano e Frontignano entrarono in lotta fra di loro pretendendo il primo di appartenere alla pieve di Bigolio e il secondo a quella di Dello. Nel 1572, tuttavia, Meano, Longhena e Bargnano ritiravano ancora gli Olii santi dalla pieve di Brandico mentre nel 1675 mons. Bollani confermava la giurisdizione della Chiesa plebana su Longhena, Bargnano Frontignano, Corzano, Meano. Vi ebbero possedimenti i Sala, i Porcellaga, i Fisogni, i Fenaroli, i Feroldi, i Franzini, i Ferrante, i Conti Bettoni. Gli abitanti furono anzi vessati per un qualche tempo da Camilla Fenaroli Porcellaga che qui e a Roncadelle compì arbitri e violenze tanto da essere nel 1635 confinata a Venezia. La famiglia Fisogni promosse agli inizi del sec. XIX una scuola primaria con un maestro pagato da essa stessa. Ai Ferrante si deve invece la fondazione e la dotazione dell'asilo infantile istituito nel loro stesso palazzo. Brandico ha una bella chiesa settecentesca fiancheggiata da un alto campanile che domina tutta la vasta campagna. La chiesa è stata eretta circa la metà del sec. XVIII su disegno del famoso architetto abate Marchetti. È dedicata a S. Maria Maddalena (festa 22 luglio), culto importato dai monaci francesi di Cluny nel sec. XII ha cinque altari con alcune pale e soase. In particolare Madonna e Santi (S. Rocco, S. Liberata, S. Domenico e S. Caterina e due devoti), del Gandino, l'Ultima Cena, firmata dal Gandino, S. Carlo Borromeo, di ignoto, il Battesimo di Gesù, di ignoto, la Madonna in gloria con i Santi (S. Antonio ab. S. Francesco d'Assisi, S. Rocco, S. Antonio di Padova), la Deposizione con la Maddalena, di scuola Pittoniana (pala dell'altare maggiore), due ante d'organo con l'Angelo e l'Annunciata, del Gandino. Fu completamente restaurata agli inizi dell'800 per intervento dell'Arciprete Carlo Francesco Marini e consacrata nel 1826 dal vescovo mons. Nava. Nel 1926 venne arricchita, dall'arciprete Stefano Codenotti, di nuovi altari, del pavimento e di un gruppo statuario raffigurante il Crocifisso, la Madonna, la Maria Maddalena e S. Giovanni. Nel suo territorio vi è una cappella detta dei "morti della muracca" riedificata nel 1765. Comune fino al 1928 Brandico fu in tale anno aggregato al Comune di Mairano, tornando indipendente nel 1945. Da allora in poi ha segnato un lento ma sicuro progresso di cui è l'indice la costruzione dell'edificio scolastico nel 1953-1954 e di altre opere. La malaria spopolò il territorio, specie nella zona di Brandico che rispetto alle altre frazioni fu sempre la più povera, ma dalla fine del settecento in poi vi fu una netta ripresa. Molto sviluppata fino a poco tempo fa la coltivazione delle radici. Sviluppato fu anche l'uso delle marcite.